Apertura Partita IVA
e Gestione Contabile
Apertura Partita IVA: cosa fare, a chi rivolgersi e quanto costa aprire la Partita IVA
L’apertura di una Partita IVA è un passo cruciale per coloro che intendono intraprendere un’attività commerciale o professionale in Italia. In questo articolo, esploreremo i principali aspetti da considerare quando si decide di aprire una Partita IVA, con un focus particolare sul regime forfettario.
Per i non esperti, può sembrare un processo complesso, ma con le giuste informazioni e una pianificazione adeguata, è possibile avviare la propria attività con successo.
Contenuti dell’articolo:
- Scegliere il regime fiscale
- Regime Forfettario
- Vantaggi dell’apertura partita IVA in regime forfettario
- Requisiti per apertura partita IVA in regime forfettario
- Requisiti per accedere alla tassazione da “start-up”
- Apertura partita IVA: la scelta del codice ATECO
- Costo apertura partita IVA forfettaria
- NASPI anticipata: come sostenere i costi di apertura partita IVA
- Cosa fare adesso per aprire la propria partita IVA

Scegliere il regime fiscale
Il concetto di “Regime Fiscale“, talvolta indicato come “Sistema Contabile“, indica l’insieme di direttive e iter burocratici fondamentali che ciascuna azienda o professionista deve seguire, garantendo così la conformità legale e fiscale.
Il regime fiscale va scelto tenendo conto di vari fattori, ma è indipendente dalla categoria in cui rientra la propria attività (rappresentata dal proprio codice ATECO).
Le varie tipologie di “Regime Fiscale” si distinguono fra di loro in diversi modi: dalla documentazione da sottoporre ai vari enti, ai vincoli che ciascuno impone nel rispetto delle norme stabilite.
Quando ci si appresta a lanciare una nuova iniziativa imprenditoriale, potrebbe risultare arduo individuare il “Regime Fiscale” più adatto alla propria realtà economica.
In Italia, nel 2023, ci sono 3 regimi fiscali:
- Regime Forfettario;
- Regime Ordinario;
- Regime Semplificato.
Regime Forfettario
Il Regime Forfettario è il regime fiscale più vantaggioso d’Europa.
Coloro che aderiscono al regime forfettario pagano un’imposta sostitutiva del 5% o del 15% (approfondiremo questo punto al paragrafo “requisiti per accedere alla tassazione da start-up“), calcolata sulla propria base imponibile. L’imposta sostitutiva è un’imposta che va a sostituire tutte le imposte previste nel regime semplificato e ordinario, come l’IRPEF e l’IRES.
La base imponibile è la percentuale di fatturato su cui si pagano le imposte e le tasse. A differenza del regime ordinario, in cui le imposte e le tasse sono pagate sulla differenza tra ricavi e costi, nel regime forfettario la base imponibile è calcolata a forfait (per questo motivo, si chiama regime forfettario).
Essenzialmente, lo stato prevede, a seconda della tipologia della tua attività, una percentuale di costi “forfettari”. Questa percentuale di costi non viene sottoposta a tassazione. È importante sottolineare che di conseguenza in regime forfettario non è possibile scaricare i costi (in quanto la percentuale di costi è già stata prevista dallo stato in modo forfettario).
La base imponibile varia a seconda della tipologia di attività.
In generale, possiamo individuare tre macrocategorie di attività:
- Liberi professionisti: i liberi professionisti sono coloro che svolgono una professione prevalentemente intellettuale o tecnica, come ad esempio avvocati, sviluppatori, ingegneri e consulenti.
- Artigiani: esercitano mestieri manuali e producono beni o offrono servizi artigianali, come falegnami, sarti, o vetrai.
- Commercianti: svolgono attività di compravendita di beni, come venditori al dettaglio, negozianti, o grossisti. Gestiscono spesso negozi fisici o negozi online.
La base imponibile per ogni categoria, ovvero la percentuale di fatturato su cui si paga l’imposta sostitutiva, è:
- Liberi professionisti: 78%;
- Artigiani: 67%;
- Commercianti: 40%.
Facciamo un paio di esempi:
Prendiamo un libero professionista, che ha fatturato in un anno 10.000€.
Sul fatturato, dovrà pagare il 5% di imposta sostitutiva (sempre che abbia i requisiti per accedere alla tassazione da start-up) sul 78% del suo fatturato.
Pertanto, la sua base imponibile è il 78% di 10.000, ovvero 7800€.
L’ammontare da versare per l’imposta sostitutiva sarà quindi il 5% di 7800€, ovvero €390.
Facciamo l’esempio invece di un commerciante, che ha fatturato 10.000€.
La sua base imponibile sarà il 40% di 10.000€, ovvero 4000€.
L’ammontare da versare per l’imposta sostitutiva sarà dunque il 5% di 4000€, ovvero 200€.
È importante notare che questi calcoli riguardano la tassazione. Il discorso è differente per quanto riguarda i contributi INPS.

Vantaggi dell’apertura partita IVA in regime forfettario
Oltre all’evidente vantaggio della tassazione agevolata che abbiamo appena visto, il regime forfettario porta con sé altri importanti vantaggi per chi decide di aprire la partita IVA in questo regime.
- Assenza di obbligo di tenuta libri contabili: nonostante sia fortemente consigliato avere un tracciamento dei propri costi e dei propri guadagni, lo stato non impone alcun obbligo di tenute dei libri contabili come il bilancio.
- Assenza di IVA: aprire la partita iva in regime forfettario significa non avere la necessità di applicare l’aliquota IVA ai propri prezzi. Ciò ha come conseguenza due vantaggi:
- La possibilità di offrire prezzi più competitivi di altri competitor sul mercato
- La semplificazione della contabilità, che si traduce in un minor costo del commercialista.
- Assenza di ritenuta acconto: la ritenuta acconto è una percentuale della fattura che il committente trattiene come anticipo delle tasse. In regime forfettario, il tuo committente non dovrà trattenere questo 20%, il che significa che percepirai subito il 100% dell’importo della tua fattura.
- Disponibilità immediata del fatturato: a differenza di altre forme societarie, in cui il fatturato non è immediatamente disponibile all’imprenditore, una ditta individuale che opera in regime forfettario ha la possibilità di utilizzare immediatamente il proprio fatturato.
Requisiti per apertura partita IVA in Regime Forfettario
Dato che il regime forfettario è un regime così vantaggioso, non tutti possono aprire partita IVA in regime forfettario.
Infatti, vi sono diversi limiti e obblighi che bisogna rispettare per aprire partita IVA in regime forfettario (e per rimanerci).
- Essere residenti in Italia: tutti coloro che hanno la residenza all’estero non hanno la possibilità di aderire al regime forfettario;
- Essere un professionista, un commerciante o un artigiano: tutti i soggetti collettivi, come società di persone e di capitali, non possono accedere al regime forfettario;
- I costi per i dipendenti non possono superare i 20.000€;
- Se si ha un reddito da lavoro dipendente, esso deve essere inferiore ai 30.000€ lordi all’anno;
- Non avere partecipazioni in società di persone e/o partecipazioni di controllo in società di capitali nello stesso settore in cui si intende agire.
- Avere un fatturato inferiore a 85.000€.

Requisiti per accedere alla tassazione da “start-up”
Per beneficiare dell’aliquota agevolata al 5% per 5 anni nel regime forfettario, è fondamentale che la tua attività sia nuova e rispetti i requisiti del regime stesso.
Ci sono però tre ulteriori condizioni da soddisfare:
1. Nessuna attività nei tre anni precedenti: Per accedere all’imposta agevolata non devi aver esercitato nei tre anni precedenti l’avvio della tua startup alcuna attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare. È utile notare però che la semplice apertura di una Partita IVA nel corso dei tre anni precedenti non è causa di esclusione dal regime forfettario agevolato per startup. Ciò che deve essere verificato è l’effettivo esercizio dell’attività;
2. La nuova attività non dev’essere una mera prosecuzione di altra attività: Per rientrare nel regime forfettario con imposta al 5%, la tua nuova attività non dev’essere una mera prosecuzione di altra attività svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo. In particolar modo, secondo la circolare n. 17/E del 2012, con “mera prosecuzione” si intende quell’attività che è nuova nella formalità, ma che in realtà viene svolta in sostanziale continuità con quella precedente. Ad esempio, perché utilizza gli stessi beni dell’attività precedente, oppure opera nello stesso luogo o, ancora, nei confronti degli stessi clienti.
3. Prosecuzione dell’attività altrui con ricavi non superiori a 85.000 euro: L’ultimo dei tre requisiti riguarda i casi in cui la tua startup sia la prosecuzione dell’attività di un’altra persona. Per rientrare nel regime forfettario con imposta al 5%, l’ammontare di ricavi e compensi realizzati prima del riconoscimento del beneficio non deve essere superiore a 85.000 euro.
Se non dovessi rispettare anche uno solo di questi 3 requisiti non avresti diritto all’aliquota agevolata al 5%, ma dovresti accontentarti di quella al 15% (purché siano rispettati gli altri requisiti previsti per il forfettario).
Apertura Partita IVA: la scelta del codice ATECO
Abbiamo parlato approfonditamente dell’apertura della partita IVA in regime forfettario, che riguarda la scelta del regime fiscale. Un’altra cosa importante da considerare in fase di apertura partita IVA è la scelta del proprio codice ATECO. Il codice ATECO serve per la classificazione delle attività economiche.
Scegliere il codice ATECO corretto è fondamentale, in quanto definisce quali sono le attività che potrai e non potrai svolgere con la tua partita IVA.
Tuttavia, scegliere il codice ATECO corretto non è affatto facile, in quanto ne esistono a migliaia, per questo è assolutamente consigliabile il consulto di un professionista.
Ecco un esempio di codice ATECO, in modo che tu possa capire meglio di cosa stiamo parlando.
Il codice ATECO 620200 identifica l’attività di consulenza informatica. L’attività di chi ha questo codice ATECO comprende la pianificazione e progettazione di sistemi informatici che integrano l’hardware dei computer, il software e le tecnologie della comunicazione. Questi servizi possono includere la relativa formazione e l’assistenza all’utenza finale.
Questo codice ATCEO non comprende:
- il commercio di computer, apparecchiature informatiche e software
- l’installazione di mainframe e computer simili
- la configurazione di personal computer
- l’installazione separata di software, il recupero di datti in seguito a un crollo del sistema
Come puoi notare, se il tuo intento è vendere software, non puoi scegliere come codice ATECO il codice 620200. Allo stesso modo, non potrai svolgere attività di configurazione di personal computer, anche se sembrerebbe a primo impatto rientrare nella consulenza informatica.

Costo apertura partita IVA forfettaria
Il costo dell’apertura della partita IVA in regime forfettario può variare in base al commercialista o alla società che scegli per effettuare quest’operazione.
Ciò che più fa la differenza nel costo però è proprio la tipologia di attività.
Infatti, un libero professionista dovrà solamente effettuare l’apertura della posizione IVA presso l’Agenzia delle Entrate e l’apertura della posizione INPS presso la gestione separata.
Un commerciante, invece, ha bisogno di effettuare molte più pratiche e domande, come l’iscrizione presso la camera di commercio o il deposito della SCIA in comune.
Questo rende l’apertura della partita IVA di un commerciante molto più onerosa, e quindi costosa, rispetto a quella di un libero professionista.
In generale, possiamo dire che il costo dell’apertura della partita IVA di un libero professionista si aggira attorno ai 400€, mentre quella di un commerciante o di un artigiano attorno agli 850€.
NASPI anticipata: come sostenere i costi di apertura partita IVA
La disoccupazione NASPI è un sussidio riconosciuto ai soggetti che hanno involontariamente perso il proprio lavoro dipendente.
La NASPI anticipata è un’opzione che ti consente di ricevere un tutto il sussidio di disoccupazione in un’unica soluzione, per aiutarti a sostenere i costi iniziali dell’apertura di una partita IVA. Puoi richiederla se hai perso il lavoro e intendi avviare una nuova attività.
È una grossa opportunità per tutti coloro che hanno perso il proprio lavoro dipendente e vogliono iniziare la propria attività in proprio.
Abbiamo scritto un articolo dedicato alla NASPI anticipata.
Cosa fare adesso per aprire la propria partita IVA
Fiscoteca collabora a stretto contatto con Tabor Group SRL, che si occupa dell’apertura e della gestione delle partite IVA, con particolare expertise nella gestione delle partite IVA forfettarie.
Compila il form qui sotto, oppure chiama uno dei nostri uffici di Nerviano e Parabiago, per fissare un appuntamento e ricevere una consulenza gratuita. Uno dei consulenti esperti di Tabor Group SRL ti spiegherà come è meglio muoversi nella tua specifica situazione, verso quale codice ATECO orientarsi e ti mostrerà un preventivo dei costi di apertura. Inoltre, ti darà informazioni dettagliate e aggiornate sulla tassazione, sui contributi INPS e su come è meglio gestire i propri flussi di cassa in modo da non trovarsi impreparati alle scadenze fiscali.
Se abiti a Nerviano, Parabiago, Lainate, Pogliano Milanese, Canegrate, Busto garolfo, Cerro maggiore, San vittore olona, Legnano, Busto arsizio, Rho, Casorezzo, Arconate o in un paese vicino puoi fare affidamento su Fiscoteca e su Tabor Group per l’apertura e la gestione della tua partita IVA.
Image by rawpixel.com on Freepik
Image by pvproductions on Freepik
Image by nensuria on Freepik
Image by cookie_studio on Freepik

Facciamo di tutto perchè ogni singolo Cliente si senta a casa, con l’obiettivo di offrire un supporto rapido e professionale.
5 stelle su Google sono la nostra garanzia!